Il mercato della disattivazione nucleare - Italia

1.1 Definizione e presentazione

La chiusura totale delle operazioni nucleari, la demolizione di edifici, l'implementazione di misure di sicurezza contro le radiazioni per i dipendenti e il personale del sito e il contenimento, il condizionamento e lo smaltimento di rifiuti radioattivi o pericolosi fanno tutti parte della disattivazione nucleare. Il settore della disattivazione nucleare si sta rapidamente espandendo in tutto il mondo ed è emerso come un'industria separata. Poiché i reattori nucleari invecchiano in tutto il mondo, molti paesi subiscono pressioni per disattivarli e demolirli. Questi paesi dovranno affrontare problemi come il rilascio e/o il riutilizzo di materiali, edifici e siti, nonché la gestione dei rifiuti radioattivi. È comunemente riconosciuto che la rimozione dei vincoli normativi è influenzata da una varietà di circostanze e può includere diverse fasi e usi intermedi. Le politiche nazionali differiscono in termini di obiettivi esatti che devono essere raggiunti durante questo processo. Ogni disattivazione è suddivisa in più fasi che gestiscono le diverse parti delle centrali nucleari.

Di conseguenza, entro il 2021, il mondo avrà circa 193 reattori nucleari spenti (generatori di energia), la maggior parte dei quali non è stata ancora disattivata. Gli Stati hanno progressivamente compreso l'enormità della sfida rappresentata dallo smantellamento dei numerosi vecchi reattori nucleari del mondo. L'Europa è il mercato più grande del mondo, con un valore previsto di 95 miliardi di euro tra il 2020 e il 2050.

Lo sfruttamento dell'energia nucleare in Italia è avvenuto tra il 1963 e il 1990. Le cinque centrali nucleari italiane sono state chiuse per raggiungimento dei limiti di età, a seguito del referendum del 1987. In Italia, Sogin è la società responsabile della disattivazione delle quattro centrali nucleari italiane di Trino, Caorso, Latina e Garigliano. La centrale nucleare di Latina è il quarto e ultimo reattore nucleare italiano a ricevere un decreto di smantellamento. La prima fase di decommissioning dovrebbe essere completata nel 2027, con un valore patrimoniale totale di 270 milioni di euro. I rifiuti radioattivi di un'ex centrale elettrica vengono trasportati al Deposito Nazionale e vengono smantellati gli impianti di stoccaggio temporaneo dell'area. Quando la procedura è terminata.